Devo ammettere che non mi
aspettavo di essere così “seguito”; non mi aspettavo così tante persone, amici,
parenti e conoscenti che dalla mia pagina Facebook, seguono quello che ho da
dire, il mio punto di vista, i miei pensieri. Al di là dei Like con cui taluni
si rendono presenti e manifestano il proprio apprezzamento, ci sono tanti (più
di quanti ne potessi immaginare) che mi seguono e in un certo senso “fanno il
tifo per me”.
In questo periodo di campagna
elettorale, in diversi si sono fatti avanti e, per strada, partendo proprio da
un semplice e banale “ho letto su facebook che tu…”, hanno dato voce a quello
che pensavano di me e di quello che scrivevo. In modo particolare, e credo sia
il motivo per cui hanno preso coraggio, in riferimento al mio “stare dalla parte di” Stefano Diperna.
Ed è a questo proposito che qui,
attraverso uno “spazio” un po’ più grande rispetto ad un post di Facebook, che
voglio spiegare le mie “ragioni”, o la ragionevolezza di una scelta. Su questo
blog, un po’ abbandonato e un po’ carico di ricordi, che affido alla lettura di
quanti vorranno “capire” quanto sto per dire, quelle che sono le mie
considerazioni e la mia esperienza.
Non avendo il “tempo” di scrivere
tutto insieme, dividerò queste mie ragioni “in puntate”, come fossero piccoli
tasselli di un mosaico più grande: le ragioni del mio voto. A quanti mi “seguono” buona lettura!
Come una storia
Come una storia, in effetti è
iniziato questo mio “rapporto” con la politica nostrana, così per caso; Occorre
qui una premessa circa la mia persona: per scelta personale non sguardo la
televisione, sono totalmente ignorante in materia, e persino i film “commerciali”
sono da me respinti, preferendo i più “pesanti” del Cinema d’Autore.
Perché non
guardo la Tv? Semplicemente perché in occasione di un incontro promosso in
quarto superiore dal mio Istituto, presso gli studi Mediaset a Roma, vengo a conoscenza della “irrealtà”
da cui essa è costituita, o meglio della finalità della stessa. L’accompagnatrice
ci spiegava: “ragazzi, non esistono cose vere in Tv, ma tutto ciò che vedete è
finalizzato al guadagno. Non illudetevi… nulla, nulla è vero”. Appreso ciò
decisi di non guardare più la tv, in compenso ho iniziato ad appassionarmi ad
altro.
Premessa questa mia avversione patologica all’informazione di massa,
cerco le notizie su quotidiani, ma anche qui ben presto ci si scontra con la
dura realtà dell’appartenenza politica o ideologica. Anche questi “raccontano”
le notizie a partire dall’obiettivo da perseguire.
Ritornando alla politica “nostrana”,
avevo notato una totale assenza di notizie riguardante questa su di un
settimanale locale, il quale non riportava nessuna notizia circa gli atti dell’amministrazione,
e quando capitava di leggere qualcosa era per sottolineare incompetenza, assenza di
servizi e quant’altro. Tutto andava male e, persino eventi noti a tutti i
molesi e partecipati a grande maggioranza, venivano condannati all’oblio. Ancor peggio se promossi o
patrocinati dall’amministrazione comunale.
Tutto questo non mi tornava. Senza
dimenticare che sempre lo stesso settimanale era diventato un “bollettino” dell’opposizione,
e brulicava di foto di passati amministratori, senza mai e dico mai (solo 4
settimane fa la prima foto) pubblicare foto del sindaco eletto dai cittadini
nel 2010.
A questo punto dovevo pur trovare
un modo per cercare di capire se davvero il mio paese era allo sfascio come
veniva puntualmente raccontato, oppure no. È pur sempre il mio paese, il luogo
entro il quale vivo, non potevo fare finta di niente, continuando a girare la
testa dall’altra parte.
Decisi allora di iniziare a
partecipare ai Consigli Comunali e mi furono subito chiare due cose: la prima è
che il consiglio lavorava, discuteva animatamente anche al proprio interno,
riportava problematiche e cercava soluzioni (giuste o sbagliate che siano) e la
seconda cosa che si palesò era l’assenza della minoranza. La mia presenza ai
consigli divenne piuttosto frequente, al primo la minoranza era assente, al successivo pure,
al terzo entrava e al momento del voto abbandonava l’aula. All’ultimo Consiglio
Comunale era praticamente assente ad eccezione di tre elementi.
Era chiaro che c’era qualche
problema con la stampa locale.
Nulla di quanto avveniva in
consiglio comunale era da loro riportato, ma ogni cosa, e sottolineo “ogni cosa”
veniva bypassata al fine di mettere in luce e in evidenza una carenza che da
piccola o grande che poteva essere,
assumeva i toni di una tragedia.
Mi feci coraggio e avvicinai il
Sindaco, fino ad allora a me sconosciuto se non per nome e cognome, e chiesi
spiegazioni. La spiegazione fu più semplice di quello che potevo immaginare: i
soldi.
Semplicemente mi veniva spiegato
che questa testata giornalistica percepiva dall’amministrazione comunale precedente
una quota, prendeva dei soldi insomma, e che dal momento che la crisi chiedeva
a tutti dei tagli, e che dal 2010 lo Stato aveva effettuato un taglio pari a 5
milioni di euro nei confronti degli Enti Comunali, non potevano più permettersi
spese “inutili”, e quel contributo non poteva essere più erogato.
Non si
potevano sperperare i soldi dei contribuenti molesi. Questa scelta da parte dell’amministrazione
di Mola era stata percepita dal Direttore del settimanale come un affronto, e
la “punizione” riservata era quella che si è rivelata in questi anni: un paese
descritto sempre più come un posto squallido ed inutile, l’azione amministrativa
ridotta alla completa incapacità ed ogni informazione utile alla cittadinanza,
e ogni evento promosso dall’amministrazione: oscurato, inesistente, mai accaduto.
All’ottimo servizio di disinformazione si aggiunge anche la non certa bella
immagine che si è data del paese, perché anche in termini turistici, raccontare
di un paese in cui “nulla funziona” e “tutto è male” non è certo polo di
attrazione né per i turisti e altro non fa che alimentare il malumore.
Diciamocelo chiaramente inoltre, vi è una propensione quasi naturale a vedere tutto
male, e che lo notizie negative fanno sempre più rumore di quelle positive. Ciascuno
può tranquillamente trarne le dovute conclusioni.
L’informazione, assume così la
forma di un potere sulle coscienze, ha la capacità di convincere specie quando non
si ha il tempo e la voglia di accertarne la veridicità. Oltre al fatto che un
buon giornalista, prima di scrivere qualcosa dovrebbe accertarne egli stesso la
fondatezza, nell’intento di offrire al lettore un racconto scevro da ogni
qualsivoglia giudizio personale.
Da ciò, mi sono sentito molto
offeso. Come Molese prima, come cittadino poi.
Da qui, per caso, è iniziata la mia "esperienza": mentre ero intento a cercare di verificare se quello che mi veniva raccontato della carta stampata era vero oppure no.
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