sabato 18 aprile 2015

Le ragioni di un voto: il mio. (1)


Devo ammettere che non mi aspettavo di essere così “seguito”; non mi aspettavo così tante persone, amici, parenti e conoscenti che dalla mia pagina Facebook, seguono quello che ho da dire, il mio punto di vista, i miei pensieri. Al di là dei Like con cui taluni si rendono presenti e manifestano il proprio apprezzamento, ci sono tanti (più di quanti ne potessi immaginare) che mi seguono e in un certo senso “fanno il tifo per me”.
In questo periodo di campagna elettorale, in diversi si sono fatti avanti e, per strada, partendo proprio da un semplice e banale “ho letto su facebook che tu…”, hanno dato voce a quello che pensavano di me e di quello che scrivevo. In modo particolare, e credo sia il motivo per cui hanno preso coraggio, in riferimento al mio “stare dalla parte di” Stefano Diperna.

Ed è a questo proposito che qui, attraverso uno “spazio” un po’ più grande rispetto ad un post di Facebook, che voglio spiegare le mie “ragioni”, o la ragionevolezza di una scelta. Su questo blog, un po’ abbandonato e un po’ carico di ricordi, che affido alla lettura di quanti vorranno “capire” quanto sto per dire, quelle che sono le mie considerazioni e la mia esperienza.
Non avendo il “tempo” di scrivere tutto insieme, dividerò queste mie ragioni “in puntate”, come fossero piccoli tasselli di un mosaico più grande: le ragioni del mio voto. A quanti mi “seguono” buona lettura!


Come una storia

Come una storia, in effetti è iniziato questo mio “rapporto” con la politica nostrana, così per caso; Occorre qui una premessa circa la mia persona: per scelta personale non sguardo la televisione, sono totalmente ignorante in materia, e persino i film “commerciali” sono da me respinti, preferendo i più “pesanti” del Cinema d’Autore. 
Perché non guardo la Tv? Semplicemente perché in occasione di un incontro promosso in quarto superiore dal mio Istituto, presso gli studi Mediaset a Roma, vengo a conoscenza della “irrealtà” da cui essa è costituita, o meglio della finalità della stessa. L’accompagnatrice ci spiegava: “ragazzi, non esistono cose vere in Tv, ma tutto ciò che vedete è finalizzato al guadagno. Non illudetevi… nulla, nulla è vero”. Appreso ciò decisi di non guardare più la tv, in compenso ho iniziato ad appassionarmi ad altro. 

Premessa questa mia avversione patologica all’informazione di massa, cerco le notizie su quotidiani, ma anche qui ben presto ci si scontra con la dura realtà dell’appartenenza politica o ideologica. Anche questi “raccontano” le notizie a partire dall’obiettivo da perseguire. 

Ritornando alla politica “nostrana”, avevo notato una totale assenza di notizie riguardante questa su di un settimanale locale, il quale non riportava nessuna notizia circa gli atti dell’amministrazione, e quando capitava di leggere qualcosa era per sottolineare incompetenza, assenza di servizi e quant’altro. Tutto andava male e, persino eventi noti a tutti i molesi e partecipati a grande maggioranza, venivano condannati all’oblio. Ancor peggio se promossi o patrocinati dall’amministrazione comunale. 
Tutto questo non mi tornava. Senza dimenticare che sempre lo stesso settimanale era diventato un “bollettino” dell’opposizione, e brulicava di foto di passati amministratori, senza mai e dico mai (solo 4 settimane fa la prima foto) pubblicare foto del sindaco eletto dai cittadini nel 2010.

A questo punto dovevo pur trovare un modo per cercare di capire se davvero il mio paese era allo sfascio come veniva puntualmente raccontato, oppure no. È pur sempre il mio paese, il luogo entro il quale vivo, non potevo fare finta di niente, continuando a girare la testa dall’altra parte.

Decisi allora di iniziare a partecipare ai Consigli Comunali e mi furono subito chiare due cose: la prima è che il consiglio lavorava, discuteva animatamente anche al proprio interno, riportava problematiche e cercava soluzioni (giuste o sbagliate che siano) e la seconda cosa che si palesò era l’assenza della minoranza. La mia presenza ai consigli divenne piuttosto frequente, al primo la minoranza era assente, al successivo pure, al terzo entrava e al momento del voto abbandonava l’aula. All’ultimo Consiglio Comunale era praticamente assente ad eccezione di tre elementi.

Era chiaro che c’era qualche problema con la stampa locale.

Nulla di quanto avveniva in consiglio comunale era da loro riportato, ma ogni cosa, e sottolineo “ogni cosa” veniva bypassata al fine di mettere in luce e in evidenza una carenza che da piccola o  grande che poteva essere, assumeva i toni di una tragedia.
Mi feci coraggio e avvicinai il Sindaco, fino ad allora a me sconosciuto se non per nome e cognome, e chiesi spiegazioni. La spiegazione fu più semplice di quello che potevo immaginare: i soldi.
Semplicemente mi veniva spiegato che questa testata giornalistica percepiva dall’amministrazione comunale precedente una quota, prendeva dei soldi insomma, e che dal momento che la crisi chiedeva a tutti dei tagli, e che dal 2010 lo Stato aveva effettuato un taglio pari a 5 milioni di euro nei confronti degli Enti Comunali, non potevano più permettersi spese “inutili”, e quel contributo non poteva essere più erogato. 
Non si potevano sperperare i soldi dei contribuenti molesi. Questa scelta da parte dell’amministrazione di Mola era stata percepita dal Direttore del settimanale come un affronto, e la “punizione” riservata era quella che si è rivelata in questi anni: un paese descritto sempre più come un posto squallido ed inutile, l’azione amministrativa ridotta alla completa incapacità ed ogni informazione utile alla cittadinanza, e ogni evento promosso dall’amministrazione: oscurato, inesistente, mai accaduto. 

All’ottimo servizio di disinformazione si aggiunge anche la non certa bella immagine che si è data del paese, perché anche in termini turistici, raccontare di un paese in cui “nulla funziona” e “tutto è male” non è certo polo di attrazione né per i turisti e altro non fa che alimentare il malumore. 
Diciamocelo chiaramente inoltre, vi è una propensione quasi naturale a vedere tutto male, e che lo notizie negative fanno sempre più rumore di quelle positive. Ciascuno può tranquillamente trarne le dovute conclusioni.
L’informazione, assume così la forma di un potere sulle coscienze, ha la capacità di convincere specie quando non si ha il tempo e la voglia di accertarne la veridicità. Oltre al fatto che un buon giornalista, prima di scrivere qualcosa dovrebbe accertarne egli stesso la fondatezza, nell’intento di offrire al lettore un racconto scevro da ogni qualsivoglia giudizio personale. 

Da ciò, mi sono sentito molto offeso. Come Molese prima, come cittadino poi.

Da qui, per caso, è iniziata la mia "esperienza": mentre ero intento a cercare di verificare se quello che mi veniva raccontato della carta stampata era vero oppure no.

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